Missione

RETE GENITORI POSITIVI (RGP) è un progetto culturale e scientifico finalizzato all’educazione degli adulti (genitori, operatori e insegnanti in primis) e delle istituzioni (scuole, servizi socioeducativi, politiche locali) per la promozione di stili, atteggiamenti e comportamenti consapevolmente positivi e protettivi nei confronti di bambini e ragazzi,
finalizzati all’accompagnamento della loro crescita.

L’idea nasce dalla constatazione che la cosiddetta povertà educativa ha radici nella povertà relazionale ovvero nella difficoltà diffusa degli adulti ad essere quel riferimento sicuro e responsabile di cui i ragazzi hanno estremamente bisogno.

Si dice spesso che i ragazzi sono in crisi ma, a ben guardare, nella liquidità ipermoderna anche gli adulti stanno attraversando crisi esistenziali che indeboliscono il loro ruolo di guida, lasciando spesso dei vuoti: è di questo vuoto che vogliamo prenderci cura. C’è bisogno soprattutto di “fare cultura” su come poter essere al meglio adulti responsivi e responsabili, a partire da un’informazione competente che possa essere un chiaro punto di riferimento nel mare magnum delle ondate mediatiche attuali, spesso fuorvianti. E c’è necessità di “agire” ovvero di stimolare e di realizzare azioni e progetti concreti e duraturi di formazione e sostegno ai genitori, fino alla promozione di politiche pubbliche adeguate ai cambiamenti sociali in corso.

Una cultura, dunque, che si fa servizio, in un continuo processo di confronto e di ricerca-azione con gli attori sociali territoriali.

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Come nasce: una passione che unisce
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Il progetto RGP vuole costituire un punto di riferimento per genitori e educatori, per fare cultura intorno ai bisogni dei bambini e ragazzi, in un mondo che continua ad essere poco attento ai loro diritti.

Tutto nasce da un esiguo gruppo di professionisti e di genitori, amici. Nel 2020, in piena pandemia, avvertimmo il bisogno di rimboccarci le maniche e di mettere in comune competenze ed esperienze di ciascuno.

Di fronte al disorientamento di tanti ragazzi isolati in casa, nel fiore degli anni, di bambini spaventati, di adulti impotenti, di servizi e istituzioni incapaci a dare risposte adeguate, abbiamo immaginato una rete leggera capace di mettere insieme operatori e genitori, al fine di contribuire a dare la spinta a ciò che ci sembrava più urgente: fare cultura intorno ai bisogni dei bambini e ragazzi, in un mondo che continua ad essere poco attento ai loro diritti.

Sapevamo che ci sono già tante ed ottime esperienze professionali per la genitorialità, ma ci pareva che potesse essere utile un luogo più informale e leggero in cui potersi incontrare su questo tema, per condividere l’avvincente esperienza di essere adulti capaci di sintonizzarsi con competenza.

Approccio preventivo: prendersi cura è meglio che curare

Il progetto RGP si inserisce nel filone di tante buone teorie e pratiche già esistenti sul tema della tutela dell’infanzia, senza pretese autoreferenziali ma piuttosto per valorizzarle e sostenerle, volendo posizionarsi con decisione in una dimensione preventiva.

Ci hanno ispirato, in tal senso, autorevoli documenti come le Raccomandazioni Europee che invitano gli Stati membri a implementare azioni in grado di sviluppare una Genitorialità Positiva (REC 2006/19/UE), in parte sviluppate nel IV Piano Nazionale d’azione e di interventi per la tutela dei diritti e lo sviluppo dei soggetti in età evolutiva, predisposto dall’Osservatorio nazionale per l’infanzia e l’adolescenza e adottato con Decreto del Presidente della Repubblica il 31.08.2016 come Linee di indirizzo nazionali.

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Centralità del bambino e dei suoi bisogni evolutivi
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Mettiamo al centro dei nostri interessi e iniziative i concetti di tutela, protezione e potenziamento, che riconosciamo come pilastri dell’agire educativo. Parimenti contrastiamo tutte le posizioni ideologiche e le pratiche palesemente in contrasto con una cultura della salute integrale e del benessere dei bambini e dei ragazzi.

La Genitorialità Positiva si fonda sull’interesse superiore del bambino ed è orientata al riconoscimento della sua individualità, ad una maturazione in sintonia con i suoi tempi e le sue esigenze, alla promozione della sua autonomia, libera da ogni forma di sopraffazione e violenza fisica, psicologica, sessuale, informatica, spirituale, sia essa esplicita o implicita, diretta o indiretta, personale o istituzionale. Guardiamo all’infanzia valorizzando l’unitarietà della persona nelle sue imprescindibili componenti psico-fisiche, spirituali e socio-relazionali, che riconosciamo come valore-guida al quale ci ispiriamo in un costante confronto con i progressi scientifici.

Consideriamo che ogni relazione educativa e famigliare sia esposta al rischio di maltrattamento, e ci adoperiamo per prevenirne e contrastarne le forme sia esplicite che subdole, persuasi che la pratica genitoriale e quella educativa vadano esse stesse educate. Perciò sosteniamo e promuoviamo pratiche educative, politiche sociali e scolastiche “infanzia-centriche”, dirette a tutti gli adulti, educatori, insegnanti e genitori in primis, affinché possano maturare atteggiamenti e comportamenti guidati di parenting capaci di coniugare, in maniera dinamica, affettività ed etica, protezione ed autonomia, autorità e libertà.

Il ``Manifesto della Genitorialità Positiva``

Il Manifesto della Genitorialità Positiva è l’insieme di principi, valori ed orientamenti ovvero
il documento in cui sintetizzammo ciò in cui crediamo.

Il Manifesto della Genitorialità Positiva nasce da un lungo ed appassionato confronto interdisciplinare realizzato sulla base di esperienze professionali ultraventennali. È il mezzo con cui vogliamo arrivare a dialogare con tutti coloro che hanno a cuore la fatica dell’educazione ed il benessere di bambini e ragazzi, per tessere reti che possano aiutare ad incarnare in famiglie, scuole, servizi ed istituzioni il concetto di centralità del bambino, con precisi impegni e programmi, per passare dal rischio di retorica ad azioni concrete e misurabili.

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I nostri obiettivi in pratica
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Sensibilizzare, informare, formare, sostenere, partecipare alla vita pubblica: il progetto Rete Genitori Positivi è un contenitore di idee ed azioni dove competenze, persone ed esperienze positive sono ben accette. Ecco cosa ci proponiamo di fare:

  1. Fare cultura educativa e della prevenzione, innanzitutto, mantenendo la centralità del bambino e la sua salvaguardia da esperienze sfavorevoli[5]: informazione, campagne di sensibilizzazione, eventi culturali e artistici, …
  2. Essere un polo formativo qualificato sui temi della genitorialità positiva, dell’educazione e della tutela minorile: formazione, centro studi, pubblicazioni, ricerche, ….
  3. Fornire consulenza specialistica a genitori, educatori e insegnanti, ed assistenza ad attori pubblici e privati impegnati nel campo delle responsabilità familiari e dei servizi educativi: sociale, pedagogica, etica, legale, psicologica, progettistica, …
  4. Tessere reti locali con soggetti che vogliono condividere passioni, contenenze e risorse per implementare azioni, progetti e politiche sociali e educative: tavoli di lavoro, iniziative pubbliche, progetti sociali, …
  5. Partecipare ad azioni di advocacy e di governance: crediamo che la promozione della Genitorialità Positiva siano un impegno politico e un investimento vantaggioso per la collettività, che richiede anche l’interlocuzione costante con le istituzioni; pertanto, dichiariamo il nostro impegno come apartitico e vogliamo collaborare con chiunque, persona e istituzione, dimostri di voler fare parte di un processo di cambiamento positivo. Intendiamo essere uno stimolo per i decisori pubblici, ed orientarli verso scelte politiche che mettano realmente in agenda la valorizzazione ed il sostegno dei servizi per il supporto alle famiglie, ai genitori, alle scuole, ai ragazzi.
Cosa intendiamo per Genitorialità Positiva

La genitorialità è un costrutto complesso con confini e soglie sfumate e dinamiche, che va intesa non tanto come una competenza dicotomica del soggetto ma piuttosto una qualità progressiva che emerge all’interno di un certo contesto culturale e in una specifica relazione di cura.

Il pensiero dicotomico è semplicistico e non è adatto ai sistemi relazionali; esso divide la realtà in positivo/negativo, giusto/sbagliato, sano/malato, cancellando le sfumature, le unicità individuali, le ambivalenze. I processi relazionali e educativi, e le relative competenze degli attori che ne sono coinvolti, cambiano a seconda dei contesti e delle esperienze che vivono; sposiamo quindi la definizione multifattoriale secondo cui la genitorialità è una «funzione processuale composita» (Fava Vizziello 2003), «risultato della interazione fantasmatica e reale tra quel particolare figlio, con bisogni specifici legati all’età, e quel genitore» (Stern 1993), «diversa in ogni momento della vita, seppure con la sua stabilità di fondo» (Tafà, Malagoli Togliatti 1998).

Vista questa dinamicità, ogni tentativo definitivo di descrizione è certamente incompleto ma possiamo definire la Genitorialità Positiva, in generale, come una capacità che va alimentata con competenze e abilità dei genitori in grado di permettere al figlio di crescere e maturare dal punto di vista fisico, cognitivo, sociale, emozionale e spirituale. In quanto condizionata dai modelli culturali (Bornstein 1991), dalla personalità del genitore, dal temperamento del bambino (e da sue eventuali specifiche problematiche), dalle fasi evolutive, dalle relazioni che il genitore stesso ha avuto come figlio, dalla coniugalità e cogenitorialità della specifica coppia, essa è ascrivibile al «saper essere lo specifico contenitore mentale del genitore a disposizione dello specifico figlio» (Iavarone 2021) e richiede approcci e interventi di tipo sartoriale. La genitorialità è quindi innanzitutto una capacità ovvero il saper contenere: preesiste alle competenze ed alle abilità, e le condiziona, è «prendersi cura di qualcuno di cui occuparsi, di provvedere all’altro, di conoscerne l’aspetto ed il funzionamento corporeo e mentale in cambiamento, di esplorarne via via le emozioni, di garantire protezione attraverso la costruzione di pattern interattivi-relazionali legati all’adeguatezza dell’accudimento e centrati sulla risposta al bisogno di protezione fisica e sicurezza, di entrare in risonanza emotiva con l’altro, di garantire regolazione, di dare dei limiti, una struttura di riferimento, un format, di prevedere il raggiungimento di tappe evolutive dell’altro e di garantire una funzione transgenerazionale» (Bastianoni e Taurino 2007).

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Promuoviamo il ``buon-trattamento``
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La promozione della Genitorialità Positiva esige un sistema di interventi nelle tre aree della promozione, prevenzione e protezione all’infanzia, in cui i genitori sono considerati le principali risorse da mobilitare, al fine di accrescerne la loro responsabilità, secondo l’assioma che per salvaguardare bambini e ragazzi occorre prendersi cura di loro datori di cure.

La centratura va posta sul buon-trattamento come motore di ogni azione, prima ancora che sulla cura del mal-trattamento il quale va prevenuto.

Crediamo che il concetto di Genitorialità Positiva sia trasversalmente applicabile a tutti i contesti educativi e famigliari, compresa la scuola e le agenzie di socializzazione che coinvolgono minorenni. Perciò intendiamo la genitorialità come una funzione sociale, prima ancora che biologica, crediamo che ogni bambino e ragazzo è un patrimonio comunitario, e pertanto il compito di cura e di protezione appartiene innanzitutto ai genitori (biologici o adottivi che siano) ma si allarga anche a tutti coloro che, venendo a contatto con bambini e ragazzi, ne diventano figure di socializzazione e di attaccamento multiplo, e che pertanto sono definibili a tutti gli effetti genitori sociali i quali, quanto più coinvolti nelle loro vite, tanto più hanno la responsabilità di affinare capacità, competenze e abilità.

L’educazione alla Genitorialità Positiva parte dal lavoro con i genitori e si estende a tutti gli adulti che, per professione o per impegno civico, si trovano a rivestire una funzione educante. Si tratta di un processo costante e dinamico che mira a promuovere una cultura educativa fondata sugli assi del benessere e della tutela; tale impegno si traduce in azioni stabili e continuative di informazione, formazione e sostegno rivolte a tutti gli adulti, in processi comunitari localizzati.